L’invio della Comunicazione dati fatture (il cd. Spesometro), di cui l’ultima scadenza, relativa al 2° semestre 2017, è appena trascorsa (06 aprile), ha messo in luce un problema purtroppo tutt’altro che sporadico e che prima non era cosi facilmente rinvenibile. Mi riferisco all’’ipotesi di aver ricevuto fatture da soggetti che hanno cessato (a volte anche da tempo) la partita IVA. Di per se la fattura ricevuta appare corretta: riporta tutti i dati fra cui anche una partita iva “corretta” e per tanto non è facile accorgersi del problema.
Le verifiche effettuate dal Sistema ricevente, a fronte della trasmissione della comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute, possono segnalare la presenza, all’interno dei file “Dati-Fattura” trasmessi, di una partita IVA “cessata” in Anagrafe tributaria con riguardo al cedente o prestatore oppure al cessionario o committente. È prevista, in detta ipotesi, solo una segnalazione al soggetto trasmittente e non lo scarto del file trasmesso che avverrebbe, invece, se l’identificativo IVA assegnato in Italia non fosse valido poiché non presente in Anagrafe tributaria.
E’ opportuno che tali segnalazioni siano attentamente vagliate dal soggetto trasmittente.
A fronte delle verifiche operate sulla partita IVA interessata si può appurare che essa:
– è “cessata” dopo l’emissione della fattura e, pertanto, non sorgono particolari criticità;
– è “cessata” prima che sia stata emessa la fattura e sussiste, perciò, una situazione “anomala” che potrebbe incidere, per esempio, sulle modalità di corretta fatturazione dell’operazione interessata o sull’esercizio del diritto alla detrazione dell’IVA assolta sull’acquisto. Quanto descritto vale anche per la partita IVA del rappresentante fiscale di un soggetto non residente.
Nel caso di una fattura ricevuta da un fornitore, per il quale sia stata constatata la “cessazione” della partita IVA in data anteriore all’emissione della fattura, il problema principale è quello di aver indebitamente detratto l’imposta. La soluzione prudente rimane al riguardo quella di correggere l’errore attraverso l’istituto del ravvedimento e lo storno della fattura.
Consiglio a chi instaura un nuovo rapporto con un fornitore, di controllare sempre la partita iva attraverso il “servizio di verifica della partita IVA” messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate (https://telematici.agenziaentrate.gov.it/VerificaPIVA/Scegli.jsp) ed eventualmente anche di richiedere una visura camerale.
Attenzione alle fatture ricevute da soggetti che hanno cessato la partita IVA da tempo
09 Aprile / varie