Prepariamoci al caos anche in occasione della seconda scadenza della
Tasi; il 16 ottobre 2014 è la data di riferimento per versare il
tributo, relativo agli immobili diversi dall’abitazione principale e il
16 dicembre quella per le abitazioni principali e relative pertinenze.
Tuttavia,
moltissimi Comuni sono in ritardo con l’emanazione delle delibere e
saranno costretti a chiedere ai propri contribuenti, il versamento del
tributo ad aliquota standard, senza detrazioni per l’abitazione
principale.
A tali conclusioni si giunge verificando il censimento
ufficiale delle delibere approvate dai sindaci. Oggi il dipartimento
Finanze ne annovera 2.905, circa 727 in più rispetto a quelle approvate
prima dell’acconto del 16 giugno 2014; ne mancano all’appello circa
5.000, il 60% del totale.
Qualora le delibere
non arrivino in tempo, si pagherà con l’aliquota standard dell’1 per
mille, agevolando così gli immobili di lusso, che pagheranno poco, ma
pessima per le abitazioni più modeste, che non hanno mai pagato l’Imu ma
verseranno la Tasi perché gli standard non prevedono detrazioni.
Dopo la proroga decisa con il c.d. decreto “bonus Irpef”, la nuova scadenza per i comuni sarà mercoledì 10 settembre 2014: entro tale data dovranno inviare le loro decisioni al dipartimento Finanze, che dovrà pubblicarle entro il 18 settembre 2014 se supereranno un rapido “esame” di legittimità.
Prima
dell’approvazione in Consiglio, che deve avvenire entro il 10 settembre
2014, vanno prese le decisioni fiscali almeno nei 20 giorni precedenti,
per consentire ai consiglieri i termini ordinari per l’analisi delle
decisioni da votare.
Viste le ferie estive, tali misure fiscali dovrebbero essere delineate in queste settimane, ma in molti casi non è avvenuto.
I chiarimenti del Ministero sulle aliquote –
Tale panorama viene complicato dai chiarimenti forniti dal Ministero la
scorsa settimana sulle corrette modalità per l’applicazione
dell’aliquota aggiuntiva dello 0,8 per mille, che va a finanziare gli
sconti sull’abitazione principale.
La circolare sostanzialmente suddivide gli immobili in due tipologie:
– quelli esenti dall’Imu (le abitazioni principali non di pregio – accatastate in categorie diverse da 1/1 – A/8 – A/9)
– e quelli in cui la Tasi si accompagna alla vecchia imposta (tutti gli altri immobili)
e
chiarisce che l’aliquota aggiuntiva dello 0,8% può essere spalmata su
queste due categorie purché non si superi lo 0,8 per mille complessivo.
Alcune
delibere hanno incluso erroneamente nella stessa categoria le
abitazioni principali e gli altri fabbricati; per evitare contenziosi,
dovranno, quindi, rivedere le aliquote già deliberate.
In
generale, poi, molti Comuni potrebbero essere spinti a rivedere le
proprie aliquote per conservare gli equilibri di bilancio, già precari
grazie ai tagli dei fondi 2014 e che verranno ancor più ridotti quando
la nuova spending review (contenuta nel decreto del c.d. «bonus Irpef»),
verrà definita, proprio in questi giorni.
Tari con scadenze in libertà
– La Tari, componente della IUC, dedicata al servizio di igiene urbana
che sostituisce la Tares, la Tarsu e la Tia, è invece, caratterizzata da
una variabilità assoluta. Federconsumatori hanno già reso disponibili
le proprie indagini: per una famiglia di tre persone che abitano in 100
mq. Il tributo oscilla dai 532 euro di Cagliari ai 136 di Cremona.
Aumenta
il tributo rispetto lo scorso anno nei capoluoghi di provincia come
Lodi (24%), Brescia e Frosinone (+17%), cala a Reggio Emilia e Cremona,
dove la Tari per la famiglia-tipo si attiene su un 20% in meno rispetto
all’anno scorso.
http://www.fiscal-focus.info/s-o-s-imu-tasi-tari/ancora-ritardi-per-la-tasi,3,22791